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Berlino è

 

Die mauer e Giorgio che, dopo l'atterraggio a Berlino e l'applauso al pilota, mi chiede: papa' ma tutti applaudono perche' sono contenti di essere ancora vivi?

Die mauer e, contro ogni luogo comune, abbracci meravigliosi tra persone che, a Berlino, si ritrovano, si salutano per lasciarsi, o sono semplicemente felici in un singolo splendido momento.

Die mauer e tanti fotogrammi di vecchi giornali o trasmissioni televisive in bianco e nero sepolti nella mia memoria che tornano alla luce, portandosi dietro la sensazione di essere parte della storia di questo mondo feroce e primordiale.

Die mauer e una fuga di notte per un caffè (Lalla) e un rum (io) a lume di candela sul lungofiume dello Spree.

> Die mauer e una immersione nel mondo consumista per un cocktail di scampi al sesto piano del Kadewe (ku Dam e' ovviamente il luogo di Berlino dove ho incrociato più italiani).

Die mauer e una torretta di guardia sulle lapidi ebree a Bernauerstrasse, dove la forza d'urto del passato di questa citta' divisa si fa quasi opprimente.

Die mauer sul fiume trasformato nella East gallery Die mauer al check point charlie trasformato in un caotico monumento alla liberta', che, malgrado la paccottiglia ad uso e consumo di ogni turista del globo terracqueo, mi prende allo stomaco come un ragazzino, forse perche' quell'uomo seduto su uno sgabello che improvvisa un concerto di violoncello mi fa ancora venire la pelle d'oca.

Die mauer e tanta bicicletta.

Die mauer e il prato di fronte il Reichstag dove l'erba era alta e soffice e le nuvole sempre più nere e minacciose ed io sdraiato  guardavo la nuova cupola in vetro e mi tornava in mente quella foto che avro' visto su qualche libro di storia del soldato dell'armata rossa che pianta la bandiera sovietica sulla guglia più alta. Intorno solo macerie.

Die mauer e gigantesche schnitzel accompagnate da quantita' esiziali di kartoffel e weissbier, ma anche curry wurst e bratwurst, e immancabile, a fine cena, un apfelstrudel. Il fegato ringrazia.

Die mauer e un curry wurst su un assolato Unter den linden, e poi un gelato in un caffè letterario mentre fuori si scatena la tempesta ed io provo a farmi venire in mente qualcosa di adeguato al luogo, ma riesco solo a parlare di zuppe. E Brickenstock.

Die mauer e tante tante vespe, ma anche tanti ragni, a caccia di insetti sapientemente in equilibrio penzolante sulle nostre teste in uno splendido ristorante sul fiume.

Die mauer e un ex bunker, ex locale trasgressivo, ex private club, oggi galleria d'arte proprio di fronte alla finestra della mia camera. Visite gia' tutte prenotate per i prossimi mesi.

Die mauer e segni di colpi di arma da fuoco sui muri. E palazzi crollati dei quali restano solo i nomi delle famiglie scomparse sulle pareti dei palazzi confinanti.

Die mauer sulle fondamenta della sede della Gestapo e delle SS in Wilhelmstrasse, per una galleria fotografica che annichilisce e lascia senza speranza.

Die mauer e un parcheggio nell'area dove Adolf  Hitler e' morto. Forse.

Die mauer e  un discorso di Reagan che ho visto in diretta. E uno di Gorby che non ho mai dimenticato.

Die mauer e i bozzetti di Picasso per Guernica.

Die mauer e Giorgio che corre tra le lapidi nel museo ebraico e dell'Holocaust mahnmal e si lancia in bici a tutta velocita' verso il Grosse Stern nel Tiergarten, proprio dove si svolgeva la Love Parade.

Die mauer, e secondo me al monumento di Marx ed Engels hanno cambiato posto.

Die mauer e prenzlauer berg, mitte, fredrichshain, kreuzberg, con i quali dopo qualche giorno ci diamo del tu...

Die mauer e una guida che doveva portarci a Potsdam e, allo stesso prezzo, ci ha portati ad un laghetto abitato da nudisti e ad una collina formata dai detriti dei bombardamenti della seconda guerra mondiale da dove, dopo una crisi di stanchezza e zanzarofobia di tutti i piccoli del gruppo, abbiamo potuto vedere uno scampolo minuscolo di panorama di Berlino dall'alto (si fa per dire). Ma ci ha raccontato Berlino con trasporto, e questo lo apprezzo. Die mauer e una macchina fotografica della Lomo per Fede.

Die mauer e Robert Plant a Potsdam (dove ci voleva portare la guida e nel giorno in cui ci voleva portare lei) con lo stesso concerto che ho visto dieci giorni fa a Roma. E con Ramble on in scaletta.

Die mauer e il muro, sopra e accanto ogni cosa, a ricordarmi costantemente perche' oggi io sono quello che sono e il mondo e' quello che e'. E perche' malgrado tutto io e lui rimaniamo in equilibrio, coinvolti nel profondo dal destino dell'umanita'

 

Massimo Moretti - Avvocato
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